Speranze per Gaza
Usa e Qatar vorrebbero la tregua, ma l'esercito evacua di nuovo il nord della Striscia. 75 mila morti? I soldati ammettono: spariamo su chi vuole cibo. Pride in casa Orban. Einstein contro le armi
L’amministrazione americana ed il Qatar starebbero spingendo per raggiungere una tregua a Gaza. Trump e i mediatori sono dell’idea che si debba sfruttare lo slancio del cessate il fuoco di questa settimana con l’Iran per lavorare ad uno stop delle ostilità anche nella Striscia. Ma gli sforzi diplomatici sono coincisi con nuove azioni militare israeliane nelle ultime 24 ore: ci sono stare decine di vittime nei raid dello Stato ebraico nell’enclave palestinese. E poco fa (vedi Foto del giorno), l’esercito ha emesso un nuovo ordine di evacuazione per i residenti del nord della Striscia. Avvenire oggi, registrando gli “spiragli” per il destino dei palestinesi, riporta i risultati di uno studio indipendente internazionale del Royal Holloway di Londra, che è sconvolgente. L’istituto ha calcolato che quello in corso è uno dei conflitti più letali del Ventunesimo secolo perché avrebbe ucciso più del 3% degli abitanti, 75mila persone già a gennaio, secondo le nuove stime. Il governo risponde a muso duro. L’esercito di Tel Aviv si limita a sostenere di avere “eliminato 20 mila terroristi” e definisce “esagerate e inattendibili” le cifre che arrivano dalla Striscia, dato il controllo di Hamas sulle istituzioni, incluse quelle sanitarie.
Un’altra accusa gravissima è rimbalzata sui giornali di sabato e viene dall’interno di Israele. In una lunga e dettagliata inchiesta il giornale della sinistra israeliana Haaretz ha pubblicato prove e virgolettati di soldati israeliani che documentano almeno 19 “incidenti” in cui l’esercito ha sparato sulla folla che si accalcava nei punti di distribuzione del cibo organizzati dalla GHF, la fondazione privata americano-israeliana che ha sostituito l’Onu nella distribuzione degli aiuti alla popolazione. Scrive Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore: «Sono loro (i soldati ndr) che raccontano di ricevere dai comandanti l’ordine di sparare sulla folla di affamati che ogni mattina nel Sud della striscia si presenta alla Gaza Humanitarian Foundation, nella speranza di ricevere cibo. Sparano su di loro anche quando sono a distanza di sicurezza; sparano con i cannoni e le mitragliatrici pesanti dei carri armati, con i mortai e con i fucili di precisione dei cecchini. Sono 500 i morti da inizio maggio, uccisi mentre cercavano di mangiare». Oggi Repubblica propone un’intervista col direttore di Haaretz, Aluf Ben che dice fra l’altro: l’opinione pubblica israeliana «non vede Gaza. Gli organi di stampa israeliani, in media, non raccontano ciò che accade lì. Raccontano la crescita dell'antisemitismo nel mondo senza inquadrarla nella fotografia più grande: così la gente non capisce».
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