Storia di Fati e Marie
Hanno un volto e un nome i cadaveri del deserto tunisino. La Ue blocca l'accordo sui migranti. Meloni arrivata a Washington, oggi da Biden. Santanchè salvata, si all'utero in affitto alla Camera
Nuove immagini choc arrivano dal deserto tunisino. Le pubblica Avvenire, dimostrando che quella madre e quella figlia abbracciate sulla sabbia del Sahara, di cui ora sappiamo i nomi, Fati e Marie, non sono affatto un caso isolato. Conoscere le storie, i volti, le vicissitudini di queste persone è importante, proprio perché escono così dallo schema, dall’etichetta, dalla maschera che attribuiamo loro. È come in guerra: se guardi il nemico in faccia e pensi alla sua persona, sarà difficile ucciderlo. Come accadde a Emilio Lussu sull’altipiano di Asiago, durante la Prima guerra mondiale. Possiamo essere cinici finché parliamo generalmente di migranti, del problema globale, anche di forza lavoro. Quando veniamo a sapere che Fati Dosso, 30 anni originaria della Costa d’Avorio, aveva provato a raggiungere l’Europa prima passando dalla Libia e poi dalla Tunisia, con suo marito e sua figlia, il nostro atteggiamento cambia. Non sono pacchi, non sono oggetti, non sono scarti da scaricare nel deserto. Lo ricorda don Mattia Ferrari in un articolo scritto oggi per La Stampa. Qui potete leggere una sua intervista per Vita.it in cui racconta la commovente storia di Bentolo, che ha portato da papa Francesco. La notizia di oggi è che il famoso accordo sulle migrazioni nella Ue celebrato un mese e mezzo fa come una svolta, si è bloccato. L’Austria e i Paesi di Visegrad si oppongono all’accordo e la questione torna di nuovo lontana da ogni tentativo di soluzione.
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