Strage di Natale in Germania
A Magdeburgo un medico saudita anti-Islam travolge la folla in un mercatino. Salvini assolto per Open Arms: "il fatto non sussiste". Il Papa: crudeltà a Gaza. La manovra passa alla Camera
Due fatti hanno dominato il fine settimana: l’assoluzione di Matteo Salvini al processo di Palermo per la Open Arms: la sentenza è arrivata venerdì all’ora dei Tg. E l’attentato di Magdeburgo, in Germania, in un mercatino di Natale, che ha un pesantissimo bilancio (cinque morti, tra cui quella di un bambino di 9 anni, oltre 200 feriti, 41 dei quali in condizioni critiche) e una natura (terroristica?) molto oscura. L’autore della strage è un cinquantenne saudita, Taleb Al Abdulmohsen, identificato come un “islamofobo” dalla sicurezza tedesca.
Sulla clamorosa “ardua sentenza” (copyright Avvenire di sabato) di Palermo bisognerà attendere le motivazioni, come al solito, per capire perché secondo i giudici “il fatto non sussiste”. Certo è che la difesa di Giulia Bongiorno ha avuto ragione su un punto: la pesante accusa dei Pm di “sequestro di persona” si basava sull’idea che l’allora Ministro degli Interni Salvini non avesse dato altre possibilità di sbarco ai migranti della Ong spagnola, costringendoli a bordo e sul fatto che lo Stato italiano era obbligato ad indicare un “Pos”, un porto sicuro. Entrambe queste circostanze sono probabilmente state ritenute dai giudici non del tutto rispondenti ai fatti. Lo spiega bene la stessa avvocatessa di Salvini nell’intervista sul Corriere di oggi. E lo ipotizza anche nel commento “tecnico” Luca Fazzo sul Giornale.
Dopo l’assoluzione di Matteo Renzi dall’inchiesta sul finanziamento illecito del suo partito, la sentenza su Salvini rimette a tema i rapporti tra politica e magistratura. Per il centro destra la soluzione delle possibili storture sta nella separazione delle carriere (Salvini stesso ne ha parlato con Pier Silvio Berlusconi ieri ricordando le battaglie del padre al proposito), mentre per la magistratura, la Procura ha scelto la linea del no comment, proscioglimenti e assoluzioni sono fisiologici (Il Fatto stamattina difende questa linea) e confermano la salute del sistema. Vedremo.
Tornando alla Germania, l’attentato del saudita solitario (stabilitosi da diversi anni in quel Paese) resta di difficile interpretazione: emerge dal suo profilo e dalle sue opinioni che era pieno di odio verso i migranti, al punto da apprezzare l’AfD. “Islamofobo” secondo i record della polizia tedesca che lo aveva controllato. “Di destra” per alcuni titoli di giornali, “di sinistra” per Libero. L’unica circostanza indiscutibile è che il modo e il fine dell’attentato (non destinato a singole persone, ma sulla folla) è tipico del “lupo solitario” a suo tempo lanciato dalla Jihad dell’ultima Al Qaeda. È abbastanza per dire che nella mente dell’attentatore ci fossero “finalità terroristiche”? Difficile rispondere, almeno finora. In Germania si vota il 23 febbraio: motivi per una “strategia della tensione” o ragioni di interferenza politica straniera non mancano certo.
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