Strage per errore
Strage di profughi a Rafah. 45 morti, molte donne e bambini. Netanyahu: "Grave errore". Offensiva russa nel nord est. Europa divisa su Stoltenberg. Bufera sul Papa. Il Caravaggio ritrovato
Era una “zona sicura”, dove si erano ammassati i profughi palestinesi nelle loro tende improvvisate. Eppure, è stato il bersaglio di un attacco devastante dell’Esercito israeliano. Ieri mattina, con la luce del sole, ai soccorritori è apparso uno spettacolo terribile: almeno 45 vittime, fra cui molte donne e bambini. Corpi dilaniati, bruciati, decapitati. 200 i feriti, molti ustionati. L’intenzione dei militari, così è stato riferito, era colpire due miliziani di Hamas, che si era mischiati fra i profughi. Ma poi il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che si è trattato di un “tragico errore”. La Procura militare (ne parla su Repubblica la donna titolare dell’inchiesta) ha aperto un fascicolo d’indagine sull’accaduto. È uno dei 70 casi di possibile abuso dell’esercito avvenuti dopo il 7 ottobre, su cui si indaga. Ma né la dichiarazione del premier, né le rassicurazioni della giustizia militare possono cambiare il clima di crescente isolamento del governo israeliano nel mondo. Gli ultimi dieci giorni hanno visto una serie di atti internazionali, in cui sono coinvolte due Corti dell’Aia, le Nazioni Unite e ben tre Paesi europei, che hanno formalmente riconosciuto la Palestina. Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore parla del rischio per Israele di diventare uno Stato-paria nel consesso internazionale. Ma è soprattutto all’interno di Israele che lo scontro è forte: fra dieci giorni scade l’ultimatum che Benny Gantz ha rivolto allo stesso premier. Che cosa si vuole fare del futuro di Gaza e dei suoi abitanti?
L’altra grande crisi internazionale riguarda la guerra in Ucraina. Continua a dividere la richiesta avanzata da Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, che all’Economist ha proposto di usare le armi Nato per attaccare il territorio russo. Alcuni Paesi europei, come Svezia, Olanda e Polonia sono d’accordo mentre Italia e Spagna guidano il fronte del no. Molto dubbiosi francesi e tedeschi. È in corso la visita di Emmanuel Macron in Germania, che ha rilanciato l’appello alla Ue: “Europa svegliati”.
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