Sulle spalle del ceto medio
Dopo la manovra, proteste di sanitari e pensionati. A Gaza nuova strage di bimbi. I Brics per la pace ma non in Ucraina. Enciclica del Papa sul Cuore di Gesù. Conte licenzia Grillo. 30 anni di Vita
C’è una certa sollevazione della società civile, una volta conosciuto il testo della legge di Bilancio. Il mondo della sanità, con medici e infermieri in prima fila nelle proteste, annuncia già uno sciopero nazionale. Ma anche i pensionati sono delusi, per non parlare del mondo della scuola, eternamente in sofferenza. Il peso dei “sacrifici” necessari secondo quanto detto a suo tempo con franchezza dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non sembra distribuito in modo equo. Pensioni e stipendi pubblici sono costantemente erosi dall’aumento del costo della vita e alla fine la cancellazione degli sgravi fiscali finiscono per essere, anche questa volta, sulle spalle del ceto medio. Il ceto che è l’eterno tartassato e il maggior contribuente dello Stato. L’Agenzia delle Entrate è sempre più aggressiva e apre accertamenti e verifiche verso chi già paga. Per un po’ ci si era illusi che anche da noi venissero colpiti i grandi extra profitti delle banche, delle assicurazioni, delle società di energia, delle big tech digitali (ma era prima della consacrazione meloniana di Elon Musk) che hanno accumulato fortune in pochi anni. Invece niente. La sanità resta una ferita aperta (è il caso di dirlo). E i nostri conti pubblici sono destinati ad essere sotto osservazione per i prossimi anni.
È ancora il Medio Oriente poi in primo piano. Perché ieri c’è stata l’ennesima strage di bambini nella Striscia di Gaza. Un bombardamento israeliano ha colpito a Nuseirat un insediamento di profughi palestinesi, uccidendo 17 persone, fra cui 9 bambini. Il più piccolo aveva 17 mesi. Andrea Nicastro sul Corriere della Sera racconta poi l’isolamento dei cristiani nel sud del Libano: presenza umana nel deserto di bombe e terrore, stretti tra hezbollah ed esercito israeliano. Racconta suor Maya Beaino: «Ho visto decine di villaggi sciiti rasi al suolo. A sud del Litani c’è il vuoto. Ci sono solo combattenti di Hezbollah e noi pochi cristiani. Tutti i civili musulmani sono fuggiti e potrebbe toccare presto anche a noi».
Di Medio Oriente e di pace si è occupato anche il vertice dei Brics a Kazan, in Russia, dove ieri è arrivato anche il segretario generale Onu Antonio Guterres. Il Sud del mondo chiede il cessate il fuoco, unendosi così al pressing americano. Ma è sull’Ucraina che si scatena la polemica: Kiev attacca la presenza di Guterres, che pure ha chiesto una “pace giusta”, irritando lo stesso Vladimir Putin. Ha ragione Paolo Valentino che sul Corriere spiega come l’Onu, in questo momento, sia completamente bloccato e quasi reso illegittimo dai veti di Usa (e Israele) da una parte e di Cina e Russia dall’altra.
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