"Tolta la sicura"
Per Russia e Usa ammissibile anche l'uso del nucleare. "Conflitto globale possibile". Merkel: non decida solo Kiev. Trump vara il governo. Meloni, vertice a Chigi. Conte vince nei 5 Stelle
La guerra si avvicina. Dopo la Russia, anche gli Usa hanno aggiornato la dottrina sull’uso della bomba (tattica) nucleare. In pochi giorni l’accelerazione è stata molto concreta: prima il via libera di Joe Biden all’uso dei missili a lungo raggio e delle mine antiuomo. Quindi i primi lanci dei missili inglesi sul territorio russo. Poi la risposta di Mosca con il primo lancio, con bombe convenzionali, del missile ipersonico “Oreshnik”, un’arma russa contro cui non ci sono difese in Occidente, preceduta dall’annuncio del nuovo protocollo sull’uso delle armi nucleari. L’uso della bomba nucleare diventa “possibile”.
Commenta Ezio Mauro su Repubblica stamane: «Probabilmente nessuno oggi pensa di schiacciare il tasto fatale. Ma è come se fosse stata tolta la “sicura” che protegge quel tasto dagli errori umani. Col risultato che l’uso pratico della bomba nel conflitto resta anche oggi un’ipotesi estrema, ma l’uso politico ha già superato ogni barriera, è diventato comune, abituale, addirittura quotidiano. La bomba è presente in ogni ragionamento sulla guerra, viene citata e chiamata in causa come uno strumento naturale del conflitto, l’ultima tappa».
C’è anche una certa eccitazione negli stati maggiori. Lorenzo Cremonesi sul Corriere sostiene che a Kiev sono ora “galvanizzati”: «I comandi ucraini sono nel frattempo investiti da un’ondata di ottimismo grazie alla luce verde concessa dall’amministrazione Biden e dal governo di Londra per utilizzare i razzi a lunga gittata Atacms e Storm Shadow nel profondo del territorio russo».
In Medio Oriente la guerra ha l’aspetto delle bombe nel centro di Beirut della scorsa notte. Nota Alberto Negri sul Manifesto: i destini del mondo, oltre che nelle mani di Joe Biden e Donald Trump, sono nelle mani di due leader, Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu, entrambi raggiunti da mandati di cattura della Corte Penale dell’Aia per “crimini di guerra”.
È stato il fine settimana in cui Angela Merkel, dopo anni di silenzio, è tornata a parlare con i giornali, in occasione della pubblicazione di un suo libro di memorie. Ancora una volta le sue parole dimostrano la verità del vecchio detto andreottiano: il potere logora chi non ce l’ha. Molte lacune e molte reticenze le sue, anche sulla crisi dello spread del 2011. Sul rapporto con la Russia, l’ex cancelliera dice al Corriere però una cosa importante: «Sulla trattativa, naturalmente nulla deve passare sopra la testa dell’Ucraina. Allo stesso tempo penso però che i molti Paesi che sostengono l’Ucraina debbano decidere insieme a essa quando si potrà discutere con la Russia di una soluzione diplomatica. Non può essere solo Kiev a decidere. Quando questo succederà, non essendo più attiva in politica, non sono in grado di dirlo».
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