Torna subito la (sporca) guerra
Finita la parentesi diplomatica, tornano bombe e missili. Zelensky in trincea. L'uranio impoverito che la nostra stampa non ricorda. Appello di studiosi contro l'utero in affitto. Oggi vertice Ue
Tornano subito a parlare le armi, i missili e le bombe. La diplomazia e le proposte di pace vengono archiviate in fretta, in preparazione di quelle offensive di primavera che eccitano gli strateghi militari. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato i suoi soldati nelle trincee di Bakhmut, la nuova città simbolo della resistenza ucraina. È la risposta muta alle speranze suscitate dalla visita di Xi Jinping a Mosca. Londra ha confermato l’invio di proiettili all’uranio impoverito, che saranno dati in dotazione all’esercito ucraino. Di che cosa si tratta? Forse qualcuno ricorderà le centinaia di soldati italiani, in missione in Kosovo o in Iraq, che si sono ammalati o sono morti, soprattutto di leucemia o di altri tumori, per le conseguenze dell’uso di queste armi, che spargono nano particelle letali per la salute umana. Domenico Leggiero, un ex maresciallo animatore dello speciale “Osservatorio militare”, ha dedicato anni a battersi per i suoi ex commilitoni, che fra l’altro erano stati tenuti all’oscuro della pericolosità di quelle armi dai loro stessi comandanti. Personalmente ho conosciuto Leggiero e mi sono occupato di tante vicende di giovani vittime del nostro esercito, quando lavoravo al Tg5, uno dei pochi telegiornali italiani che fra mille difficoltà, corre oggi l’obbligo di ricordarlo, diede notizia in quegli anni di alcuni di questi casi.
Scoprire che i giornali non ricordano oggi le centinaia di vittime del nostro esercito e festeggiano con soddisfazione l’arrivo di queste armi, che “non sono vietate” e non sono nucleari, lascia sgomenti. Ci consola in parte l’amaro articolo di Domenico Quirico, che sulla Stampa lancia un’invettiva contro gli inglesi e il loro bellicismo. Iacopo Scaramuzzi su Repubblica riferisce di un misterioso filo diplomatico tessuto fra il Vaticano e Mosca, che avrebbe al centro un leopardo siberiano, “adottato” da papa Francesco. Mentre Avvenire dà notizia di 15 bambini ucraini tornati ora dalla Russia. Seguiranno altre “restituzioni”? Fosse così, toccherebbe ringraziare la Corte penale dell’Aja. Intanto a Roma è in campo l’iniziativa di un tavolo per la pace che coinvolge diversi esponenti di quasi tutti i partiti e che viaggia quasi in parallelo rispetto al dibattito ufficiale.
Se volete continuare a leggere, potete iscrivervi subito e SE NON SIETE GIÀ ABBONATI, cliccate su questo pulsante verde: