Tregua sanitaria
Tre giorni di stop a Gaza per le vaccinazioni. Nuova offensiva a Tulkarem. Scontro nella Ue sulle armi a Kiev "senza limiti". Tajani dice no. Meloni incontra gli alleati nel CdM. Nick Cave: il mio Dio
È una notizia che i giornali italiani, con l’eccezione del Manifesto e dell’Avvenire, tendono a nascondere. Ci saranno tre giorni di tregua per le vaccinazioni dei bambini nella Striscia di Gaza. Israele ha alla fine acconsentito, anche se il comunicato del governo Netanyahu cerca di minimizzare la scelta. Ma resta un fatto importante, quantomeno in controtendenza rispetto alla guerra continua di queste settimane e mesi. Il primo caso di poliomielite, dopo 25 anni di assenza dall’epidemia, ha colpito il piccolo Abdul (vedi Foto del Giorno) poco tempo fa, allarmando le organizzazioni sanitarie internazionali. L’Onu (e fra gli italiani anche Caritas ed Emergency) sono ora impegnate in una lotta contro il tempo per arginare l’epidemia. “Sussulto di umanità”, titola Avvenire, piccolo segno di speranza.
Intanto sull’altra guerra, quella in Ucraina, c’è uno scontro politico nell’Unione Europea. Josep Borrell, alto rappresentante uscente, ha provocatoriamente proposto di lasciare a Kiev la libertà di usare le armi spedite “senza limiti”, in vista della riunione dei ministri degli Esteri Ue convocata a Bruxelles (e non a Budapest come avrebbe voluto la prassi). L’Ungheria si è opposta, mentre Antonio Tajani ha spiegato al Corriere che l’Italia resta contraria a forzature. “Siamo con l’Ucraina”, ha detto Tajani “ma non siamo in guerra contro la Russia”. Basterà?
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