Tregua violata, riparte la guerra
Hamas compie un attentato a Gerusalemme e ripartono i combattimenti. Il NYT: Israele sapeva del progetto di attacco. Addio a Kissinger. Nordio prudente di fronte al CSM. La Cop28 parte bene
Un attentato ieri a Gerusalemme, rivendicato da Hamas, ha fatto ripartire la guerra. 48 ore fa il presidente Joe Biden lo aveva detto: «Continuare la guerra è dare ad Hamas ciò che vuole». Una scintilla ha subito riacceso il fuoco. Nell’alba italiana è arrivato l’annuncio ufficiale dell’esercito israeliano: riprendono le ostilità e i combattimenti. Contestualmente Hamas chiama alla sollevazione e al terrorismo tutti i palestinesi di Cisgiordania e Gaza. Si ripiomba nell’incubo della guerra mentre molti ostaggi non sono ancora tornati a casa.
Nel frattempo il New York Times (vedi Foto del Giorno) conferma quanto finora era stata solo ipotizzato: il vertice israeliano sapeva bene, almeno da un anno, che Hamas aveva progettato un attacco in grande stile. Il reportage da Tel Aviv, molto dettagliato, lascia pochi dubbi. Ancora una volta, la terribile sensazione è che Hamas e Netanyahu abbiano avuto (e abbiano ancora) interessi oggettivamente convergenti. Non vogliono e non credono nei “due popoli, due Stati” e finiscono per sostenersi a vicenda. Oggi sui giornali si legge di un’ipotesi di esilio totale di Hamas dalla Striscia, sul modello di quello dei palestinesi dal Libano nel 1982. Sarebbe questo il dopoguerra immaginato dagli strateghi del governo israeliano. Vedremo quanto questa ipotesi (molto distante dallo schema europeo ed americano) potrà farsi strada.
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