La Versione di Banfi

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Trump colpito ad un comizio

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Attentatore spara a Donald Trump, ferito ad un orecchio. Biden solidarizza e condanna la violenza. Mosca minaccia ritorsioni per i missili in Europa. A Gaza 90 morti per colpire il numero 2 di Hamas

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Alessandro Banfi
lug 14, 2024
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Trump colpito ad un comizio
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Non è solo l’escalation militare fra Occidente e Russia a preoccupare il mondo. Ieri a Pittsburgh Donald Trump è stato colpito in un attentato, che avrebbe potuto costargli la vita. È accaduto durante un comizio all’aperto e secondo la prima ricostruzione, i colpi sarebbero partiti da un tetto. L’attentatore è stato ucciso. The Donald è stato ferito all’ orecchio destro, ed è salvo per pochi centimetri (vedi Foto del Giorno). Molto difficile dire ora che cosa significherà l’esplodere della violenza nella campagna elettorale più controversa e a questo punto drammatica della storia statunitense. Subito Joe Biden e anche l’ex presidente Barack Obama sono intervenuti solidarizzando con l’avversario politico (Biden lo ha chiamato “Donald”) e hanno condannato l’uso della violenza. Fino a prima degli spari, il tema della corsa elettorale era la fragilità senile di Joe Biden e gli inviti dei Democratici perché si ritirasse dalla gara. L’attentato accelera i tempi e Biden sembra sempre più convinto a resistere e a lottare per la Presidenza. Domani inizia la Convention dei Repubblicani, dove fra l’altro andrà nominato il vice o la vice di Trump nel ticket che sarà proposto agli elettori il 5 novembre.

L’America è scossa dall’attentato ma ieri Mosca ha riposto a muso durissimo alla decisione presa in sede Nato di dispiegare nuovi missili puntati contro la Federazione russa in Europa, come strumenti di “deterrenza”. Il Cremlino ha ribadito che la Russia ha capacità militari sufficienti per rispondere ai missili a lungo raggio che gli Usa intendono piazzare in Germania dal 2026, e che la risposta di Mosca sarà rivolta contro le capitali europee. Massimo Cacciari in un’acuta analisi per La Stampa sostiene che la domanda da rivolgere ora ai leader occidentali è questa: non ci sono alternative all’escalation militare? In altre parole, la guerra è inevitabile?

In chiave italiana la polemica è anche all’interno del governo perché Matteo Salvini insiste nel criticare i missili italiani a Kiev, promessi da Meloni, che non sarebbero solo di difesa. La nostra premier è prudente perché sa che si tratta di conciliare esigenze diverse. Da un lato la solidarietà agli ucraini e la fedeltà alla Nato e dall’altro lavorare per la pace e per una soluzione diplomatica. Come scrive Francesco Verderami nel retroscena sul Corriere di sabato. A proposito di pace, sul campo, a Kiev, bella testimonianza dei pacifisti del Mean, raccontata dal Fatto e dalla Stampa. Mentre il segretario della Cei Baturi prende spunto dal lavoro dei giovani del Mediterraneo per auspicare diplomazia e dialogo fra le parti.  

A Gaza un raid dell’esercito israeliano in una “zona sicura” della Striscia avrebbe provocato una strage fra i profughi con 90 morti e più di 300 feriti. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha giustificato l’accaduto, spiegando: volevamo colpire il numero 2 di Hamas, Mohammed Deif, ma non sappiamo se lo abbiamo ucciso.

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