Trump di nuovo presidente
The Donald vince negli Stati in bilico e nel voto popolare. Ma Harris e i dem avevano già perso su migranti, dazi e pace nel mondo. Il papa dalla Bonino. Nave Libra ancora a Lampedusa. Rutte a Roma
La Versione di oggi è diversa dal solito, perché i giornali fatalmente risultano molto superati dagli eventi. Stamattina, già intorno alle 5 ora italiana, il New York Times valutava la vittoria di Donald Trump all’89 per cento delle possibilità. In tutti gli Stati indecisi lo spoglio lo dava avanti. Alle 9 ora italiana, quando chiudiamo questa newsletter, dopo l’assegnazione della Pennsylvania ai repubblicani, la probabilità che Donald Trump sia di nuovo Presidente degli Stati Uniti è sopra il 95 per cento. Confortato anche dalla maggioranza del voto popolare in tutti gli States, secondo i dati già scrutinati a quest’ora. Il partito repubblicano avrà sicuramente anche il controllo del nuovo Senato.
Fra i commenti di oggi spiccano quelli di Mattia Ferraresi sul Domani e di Luca Celada sul Manifesto. Trump ha vinto prima nelle idee. Ferraresi spiega infatti come la vittoria di Trump sia stata “anticipata” da una vittoria culturale sugli argomenti chiave della campagna elettorale dei repubblicani. Due su tutti: il tema dei migranti e quello dei dazi. Concorda Celada quando scrive: “su protezionismo e immigrazione le istanze della destra sono state in gran parte cooptate (dai democratici ndr) nell’illusione di arginare l’emorragia di elettori”. E poi aggiunge con chiarezza: “I democratici hanno ignorato il movimento per la pace”. Ci sarà tempo per analizzare questo voto ma certo la cultura woke e la cultura progressista americana, ipocrisie comprese, sembrano uscire clamorosamente sconfitte e battute. Nonostante gli sforzi di Kamala Harris, il disastroso governo di Joe Biden ha spinto gli elettori americani a percepire Donald Trump come il male minore.
A proposito di pace, il mondo guarda e spera. Mentre in Israele si sta consumando una tragedia collettiva, man mano che dall’inchiesta di polizia si capisce che cosa è davvero accaduto nella trattativa di settembre con Hamas, quando si era ad un passo dal rilascio degli ostaggi e la fuga di notizie ha fatto fallire tutto. Benjamin Netanyahu è furioso e ha deciso, a sorpresa, di licenziare il suo Ministro della Difesa Yoav Gallant. Mentre la folla si è spontaneamente concentrata ieri sera per protestare contro il premier (vedi Foto del Giorno).
Sul fronte ucraino, bisognerà vedere che cosa accadrà dopo il voto americano. Ieri Giorgia Meloni ha ricevuto a Roma il segretario generale della Nato Mark Rutte ed uno dei temi è stato proprio l’appoggio convinto a Kiev. Ma che forme prenderà un eventuale ingresso dell’Ucraina nella Nato? E quale pace ha in mente il futuro Presidente Usa?
In Italia continua il confronto duro fra giudici e governo sulla questione migranti. La nave Libra è ancora al largo di Lampedusa con 8 migranti a bordo, in attesa forse di approdare in Albania. La linea del governo è insistere e puntare sulla Corte di Cassazione che nel caso di un giudizio ha riconosciuto la validità del decreto-legge sui Paesi sicuri, come spiega Stefano Zurlo sul Giornale.
Visita a sorpresa di papa Francesco a casa di Emma Bonino, reduce da un ricovero di emergenza. Commenti diversi sui giornali. Avvenire scrive: “Le divergenze sulle rispettive convinzioni non vengono certo cancellate da un gesto che ha il sapore di una vicinanza sempre preziosa quando si sperimenta la malattia e il proprio limite. La foto di Francesco e della storica leader radicale attorno a un tavolino entrambi in sedia a rotelle mostra la condivisione della fragilità fisica, il simbolo di una fraternità che non si lascia imprigionare dalle appartenenze e dalle identità, che evidentemente restano”. La Verità commenta: “La visita del Papa alla Bonino da una parte ci ricorda che per tutti c’è una possibilità di salvezza e di conversione, il rischio appunto è quello che il gesto di misericordia verso la persona si perda un po’ nelle nebbie di un giudizio politico”.
A proposito di papa Francesco, la Versione si conclude con un’anticipazione di un suo nuovo libro sul tema giubilare della speranza, pubblicata dal Corriere. In queste righe si sente l’eco di Charles Péguy.
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LA FOTO DEL GIORNO
L’immagine ritrae migliaia di persone che protestano in piazza contro Benjamin Netanyahu ieri sera dopo l’annuncio del licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant. Sulla protesta popolare pesa anche l’inchiesta giudiziaria e di polizia, che ha portato a diversi arresti nell’entourage del premier, sulla fuga di notizie che avrebbe sabotato un possibile rilascio degli ostaggi.
Foto: Ansa
Vediamo i titoli sui giornali di oggi.
LE PRIME PAGINE
Giornali buoni per incartare il pesce, si diceva una volta. Tanto più quando il web aggiorna in tempo reale le notizie. Ecco, comunque, le scelte dei quotidiani. Il Quotidiano Nazionale ha una certa enfasi: Il voto che cambia il mondo. Il Corriere della Sera conferma: Sfida all’ultimo voto. Mentre la Repubblica scrive: L’America contesa. La Stampa vede un cambiamento: Rivoluzione americana. Il Sole 24 Ore rischia sull’immediato vantaggio di The Donald: Trump in vantaggio su Kamala nella corsa ai Grandi elettori. Ironico il Manifesto: Speriamo che sia femmina. Sconsolato il Domani: Era l’America. Il Messaggero è generico: Gli Usa sul filo. Il Giornale scommette su una contesa che però non c’è: Trump-Harris, sfida all’ultimo voto. Ma è subito guerra sui brogli. Avvenire si concentra sugli italiani andati all’estero che sono sempre di più: L’Italia là fuori. I giornali di destra battono la gran cassa del modello Albania. Libero: I giudici ci rifilano 80 milioni di migranti. La Verità: Il piano del governo per smontare i fortini dei giudici pro-clandestini. Il Fatto gira il coltello nella piaga dei dem (e Conte-Travaglio ci marciano): Pd, lo scisma De Luca. Schlein spera in Meloni.
TRUMP AVANTI NEGLI STATI CHIAVE
Giuseppe Sarcina sul Corriere nota la prevalenza dei voti per Donald Trump negli Stati chiave della contesa. Il primo nella notte a dare un segnale è la Florida. “Più strade per la vittoria”.
WALL STREET IN RIALZO DA IERI
Vito Lops sul Sole 24 Ore racconta la reazione dei mercati, che negli ultimi anni scommettono comunque al rialzo nelle ore precedenti il voto.
IL DIGITALE SCHIERATO CON TRUMP
Riccardo Luna sulla Stampa ripercorre una campagna elettorale in cui le Big Tech hanno svolto un ruolo inedito e forse decisivo. A cominciare dal ruolo di Elon Musk.
FERRARESI: TRUMP HA GIÀ VINTO NEI PROGRAMMI
Lucido commento di Mattia Ferraresi sul Domani che prima dell’esito finale scrive: “I democratici hanno già perso culturalmente le elezioni perché hanno ceduto su temi come la migrazione e i dazi”.
CELADA: LA SINISTRA HA CEDUTO AL RAZZISMO E ALLA GUERRA
Sul Manifesto Luca Celada offre un’analisi simile, anche lui anticipando il comportamento degli americani nelle urne. “I democratici hanno ignorato il movimento per la pace”.
RUTTE A ROMA, MELONI PREOCCUPATA PER KIEV
La visita del segretario Nato Rutte a Roma. Giorgia Meloni vuole dare un segnale agli Stati Uniti per dimostrare che, chiunque sarà il prossimo presidente, la posizione sull’Ucraina del governo italiano non cambierà. Giacomo Salvini per Il Fatto.
NETANYAHU LICENZIA GALLANT, TUMULTI DI PIAZZA
L’inchiesta sulla fuga di notizie che ha impedito il rilascio degli ostaggi scatena l’ira di mezzo Israele. E il premier accelera, liquidando il ministro della Difesa. Lucia Capuzzi per Avvenire.
KICHKA: GLI ISRAELIANI VOGLIONO LA FINE DEL CONFLITTO
Parla ad Avvenire il vignettista Michel Kichka, tra le colonne di «Cartooning for peace» e dice: «Sogno la fine dell’estremismo e passi coraggiosi verso la costituzione di due Stati».
SI TOGLIE IL VELO E VIENE BULLIZZATA
Una ragazza ha preso la decisione di non coprirsi più il capo assieme alla famiglia e tre quindicenni l’hanno prima minacciata, poi picchiata. Sono tutte originarie del Marocco. Succede a Bologna.
8 MIGRANTI SULLA NAVE A LAMPEDUSA
La nave militare Libra è ancora ferma al largo di Lampedusa, dovrebbe avere a bordo otto migranti da trasferire in Albania, in un nuovo viaggio. Diego Motta per Avvenire.
IL GOVERNO PUNTA SULLA CASSAZIONE
Stefano Zurlo sul Giornale spiega che il governo confida nel giudizio della Cassazione, che ha già riconosciuta la lista dei Paesi sicuri, e ha sentenziato che tocca ad un cittadino marocchino dimostrare che sarebbe in pericolo tornando.
IL PAPA A SORPRESA VISITA LA BONINO
Improvvisa visita di papa Francesco nella casa romana di Emma Bonino, reduce da un lungo ricovero. La leader radicale si dice «riempita di gioia». Si rinnova un gesto di attenzione umana. Francesco Ognibene per Avvenire.
LA VERITÀ: TROPPE LODI ALLA PRO-ABORTO
Lorenzo Bertocchi sulla Verità critica la visita di papa Francesco: “La leader radicale è stata incensata nonostante sia pro-aborto e pro-eutanasia”.
CECCARELLI: L’AMORE FRA I LAICI E QUESTO PAPA
Filippo Ceccarelli per Repubblica mette in fila le occasioni in cui papa Francesco è stato attento all’amicizia con personalità lontane, come Giorgio Napolitano ed Eugenio Scalfari.
DE LUCA TER: FORZATURA ANTI-SCHLEIN
Vincenzo De Luca fa approvare la legge che gli permette di presentarsi per la terza volta alla presidenza della Regione Campania. Elly Schlein contraria, Giuseppe Conte invece lo sponsorizza. La cronaca è dal Corriere.
CSM, UN CASO IL COLLOQUIO PINELLI-MELONI
Levata di scudi dei togati del Csm che chiedono al vicepresidente Fabio Pinelli: «Adesso ci riferisca». Fonti del Consiglio fanno sapere: Mattarella era stato informato. Marco Cremonesi per il Corriere.
I TASSISTI VOGLIONO IL MERCATO, MA A METÀ
Commento di Carlo Stagnaro per il Foglio. I tassisti italiani vogliono mantenere il regime di monopolio ma insieme chiedono i prezzi liberi di mercato. Metà Unione Sovietica, metà Las Vegas.
I PENSIERI DEL PAPA SUL GIUBILEO
Nuova iniziativa editoriale della LEV, la Libreria Editrice Vaticana, che ora raccoglie gli scritti di papa Francesco sul tema del Giubileo. In anteprima un brano inedito per il Corriere, che riecheggia Charles Péguy.
DE FOUCAULD: UNA VOCE DAL DESERTO
Un nuovo libro rilegge la vicenda di Charles De Foucauld, il missionario francese canonizzato da papa Francesco nel 2022. In punto di morte, si affidò a Dio “amico e Padre”. Da Avvenire.
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