Trump power
Incoronato a Milwaukee, The Donald sceglie Vance come vice. Melania scrive alla Nazione, lui cambia il discorso. Anche Biden cambia tono. Ue, Ursula al rush finale. Zelensky vuole i russi sulla pace
La Convention repubblicana di Milwaukee tiene già banco dopo l’attentato di sabato a Donald Trump. La notizia importante è la scelta del vicepresidente. A formare il ticket con il tycoon ci sarà il senatore dell’Ohio James David Vance, 39 anni. Ex marine, studi a Yale, autore di un libro, Elegia americana, in cui racconta le difficoltà di una famiglia rurale bianca che lotta per la sopravvivenza economica. Vance si è distinto negli ultimi mesi per le critiche verso la politica di sostegno militare all’Ucraina. Allo stesso tempo i segnali che vengono dall’entourage di Trump sono di una piccola virata verso il centro. In tema di aborto, tema cruciale nella campagna elettorale, The Donald si è allineato con la Corte Suprema, condividendo il principio che sia ogni Stato a decidere la propria legge in materia. Circostanza che ha sollevato già le critiche dei più estremisti pro-life che volevano mantenere la richiesta di divieto su tutta la Nazione. La moglie Melania ha scritto una lettera non banale (la trovate integrale qui ripresa da Libero), in cui commentando gli spari contro il marito, chiede di ritrovare unità e concordia. Lo stesso Trump ha fatto sapere che sta riscrivendo il discorso che pronuncerà a Milwaukee, in chiave di richiamo all’unità nazionale.
Anche Joe Biden è alle prese con un cambio di strategia. L’attentato cambia tutto. Oggi Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera si chiede come possano i democratici impostare in modo diverso una campagna elettorale finora tutta centrata sulla demonizzazione dell’avversario. E scrive: “I ceti popolari e operai si sentono oggi più rappresentati da Trump che dallo spettro di Biden o dalla grande incognita che si nasconde dietro di lui. Un leader ferito ma in piedi è un leader più solido: quello di cui la maggioranza degli americani sente il bisogno. Essere popolari in Europa può significare essere sgraditi in patria; perché se l’evidente declino dell’influenza Usa nel mondo è dovuto anche alla dottrina trumpiana del disimpegno — America first, prima viene l’America —, finisce per essere imputato a chi teorizza al contrario l’impegno, ma poi è costretto al ritiro, come dall’Afghanistan, o all’impotenza, come in Medio Oriente e in Nordafrica; per tacere l’incapacità di chiudere la guerra d’Ucraina”.
Proprio dell’Ucraina si torna a parlare perché Volodymyr Zelensky ha espresso l’intenzione di invitare i russi al prossimo vertice autunnale per la pace (provocando in Italia l’entusiasmo di Marco Travaglio). Mentre Viktor Orban ha scritto una lettera sul tema ai leader Ue, dopo i colloqui avuti nei giorni scorsi, lettera che sarà però respinta al mittente. Il nostro Presidente Sergio Mattarella è in Brasile ed ha trattato il tema del cessate il fuoco in Ucraina con il suo omologo Ignacio da Silva Lula, importante rappresentante dei Brics. Riuscirà la politica a riprendere in mano il bandolo della matassa di un mondo che sta scivolando verso la nuova Guerra Fredda e la violenza?
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