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Ucraina, tregua olimpica?

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Ucraina, tregua olimpica?

Domani Macron a Mosca. Apertura del governo ucraino ad una trattativa diretta coi russi. Per Salvini il centro destra è sciolto. Di Maio si dimette da garante. Sanremo è Sanremo. Bakhita e le altre

Alessandro Banfi
Feb 6, 2022
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Ucraina, tregua olimpica?

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Che cosa c’è da trattenere nei giornali del fine settimana? Ecco una scelta di temi e articoli fatta per gli abbonati della Versione.

COVID, IL CALENDARIO DELL’USCITA DALL’EMERGENZA

I numeri vanno gradualmente migliorando sul fronte della pandemia. Il nuovo corso annunciato dal governo in occasione dell'ultimo decreto ha preso forma anche attraverso la circolare, emanata ieri dal ministero della Salute: quarantena dimezzata, da dieci a cinque giorni, anche per chi entra in contatto con un positivo e non è vaccinato, purché non manifesti sintomi. Al termine del periodo di isolamento, naturalmente, dovrà effettuare un tampone, molecolare o antigenico, e per cinque giorni dovrà indossare la mascherina Ffp2. Cioè osservare le regole della cosiddetta «auto sorveglianza».

Intanto Guerzoni e Sarzanini sul Corriere della Sera di oggi scrivono un “calendario delle nuove regole”, tracciando un vero e proprio “crono programma” di ritorno alla normalità. Primo step: dall’11 febbraio la mascherina non sarà più obbligatoria all’aperto.

PNRR E GLI ALTRI NODI

Se l’emergenza da Covid sembra nella sua fase finalmente finale, non sono pochi i problemi per il Governo Draghi. Che passano anzitutto in uno scenario economico che sta di nuovo cambiando, rischiando di vanificare la crescita italiana che pure è stata robusta. Sul Corriere di sabato Federico Fubini sostiene una tesi lineare: “Abbiamo un solo piano per metterci al sicuro ed è il Pnrr”. L’Italia deve aggrapparsi a quei fondi e quella fiducia che l’Europa ci ha dato, senza tradirla.

Nella cronaca di Alessandro Barbera sulla Stampa, si racconta che sarebbe lo stesso Mario Draghi a dire cose simili ai suoi Ministri in questi giorni. Scrive Barbera:

“Ai leader che uno ad uno sfilano da Palazzo Chigi per chiedergli nuove spese - l'ultimo ieri Giuseppe Conte - Mario Draghi risponde a tutti con la stessa formula: «Il contesto è cambiato». Quest' anno l'Italia non può permettersi di aumentare la spesa oltre i limiti già fissati con l'Europa”.

IL NODO DELLA GIUSTIZIA DA RIFORMARE

Ma non è solo l’economia a preoccupare. Il discorso del giuramento di Sergio Mattarella ha posto al centro del dibattito la riforma della giustizia. Massimo Malpica sul Giornale fa il punto della situazione: “Tre innocenti al giorno finiscono in carcere i pm si autoassolvono ma i loro errori costano 40 milioni ogni anno”.

Bruno Vespa nell’editoriale di sabato del Quotidiano Nazionale scrive:

“Da Mani pulite in poi, cioè da trent' anni, il potere dei magistrati è superiore a quello di qualunque altra autorità costituzionale. Con un provvedimento, molto spesso riformato in appello o in Cassazione, possono distruggere persone, paralizzare imprese, sconvolgere mercati. E se sbagliano, la loro carriera non subirà il minimo intralcio”. Una situazione cui va messo mano.

SALVINI E IL CENTRO DESTRA

In effetti il rinnovo del mandato a Sergio Mattarella ha messo la politica italiana in grande movimento, lungo tutto lo schieramento dei partiti. L’affermazione più clamorosa del fine settimana è stata quella di Matteo Salvini, che ha stilato un certificato di morte del centro destra. Scrive il Corriere oggi:

«Mettiamo i piedi e le mani nel piatto: il centrodestra oggi è una coalizione in Italia? No. Mi sembra evidente». Matteo Salvini non ci gira intorno. La partita per il Quirinale l'ha messo bene in evidenza, il centrodestra «si è sciolto come neve al sole» (proprio nel giorno in cui Silvio Berlusconi annuncia che si lavora ad una coalizione alternativa alla sinistra)».  

Già sui giornali di ieri, aleggiava questa idea. Renato Brunetta, ministro di Forza Italia nel governo Draghi, ha offerto su Repubblica di sabato una lunga riflessione, ecco un passaggio chiave del colloquio:

«La coalizione recente di centrodestra, ultima figlia del bipolarismo "bastardo" e di quello stare "o di qua o di là", sembra non esistere più. Il mio sogno è tornare alla geniale intuizione di Berlusconi, quello di riunire tutte e tre le culture politiche italiane che guardano all'Europa. Tre filoni che hanno in Mattarella e in Draghi, che a quelle famiglie appartengono, i migliori interpreti e garanti”». I tre filoni cui allude Brunetta sono quello cattolico, quello liberale e quello riformista.

Antonio Socci su Libero di oggi, registra tutta la frustrazione di coloro che votano centro destra:

«Sono la maggioranza nel Paese, ma si sentono trattati come italiani di serie B. Stiamo parlando dell'elettorato di centrodestra, quello a cui non piace la sinistra. Quello che vorrebbe un cambiamento in Italia. (…) Sulla riconferma di Mattarella il centrodestra si è di nuovo spaccato: non solo sul voto, ma poi anche nelle polemiche e le reciproche accuse fra i suoi leader. Ora la divisione sembra davvero grande. In queste ore poi vediamo parlamentari, ministri e presidenti di regione, eletti dal popolo di centrodestra, che annunciano l'adesione a nuovi gruppi fuori dal centrodestra, o che dichiarano ai giornali di rottamare il bipolarismo e il centrodestra, per riconoscersi in «quello che la coppia Mattarella-Draghi incarna». È facile immaginare il sentimento degli elettori di centrodestra che li avevano votati...».

DI MAIO E I 5 STELLE

Ma se nel centro destra si parla di coalizione finita, nei 5 Stelle c’è uno scontro davvero senza precedenti. Come scrive Luca De Carolis sul Fatto:

«È il Movimento Cinque Stelle, ma sembra poker. Con il ministro, Luigi Di Maio, che gioca la carta delle dimissioni dal comitato di garanzia, prima che gliele chiedano in assemblea. Con il presidente e leader, Giuseppe Conte, che non sembra fidarsi e che rilancia, senza sorridere: "Un giusto e dovuto passo indietro". E infine con il Garante Beppe Grillo, che vorrebbe una tregua. E che infatti spariglia con un programma in cinque punti, un documento da padre fondatore».

Per Matteo Pucciarelli su Repubblica, la mossa con cui Luigi Di Maio ha anticipato la possibile sua espulsione dal Movimento, in realtà è un atto di guerriglia per rimanere dentro e sfidare Giuseppe Conte:

«La chiave della scelta è una: tenersi fuori dalla plancia di comando per poter fare opposizione interna, «mantenendo la libertà di alzare la mano e dire cosa non va bene e cosa andrebbe migliorato». La questione «non può risolversi solo con un post sui social», si replica dalla war room contiana. Perché il gesto di Di Maio poteva pure apparire distensivo ma la sensazione dell'ex presidente del Consiglio è che invece sia tutt' altro, cioè una nuova pubblica dichiarazione di sfida».

RENZI DI NUOVO NEI GUAI

Il Corriere della Sera e la Stampa riaprono il caso Bin Salman-Renzi. Tirando fuori altri bonifici, dopo quelli che la Procura di Firenze non ritiene siano false fatturazioni e per cui aveva chiesto l’archiviazione. La fonte è una segnalazione dell’antiriciclaggio, vedremo che cosa faranno ora i giudici. Ecco un passaggio dell’articolo di Fiorenza Sarzanini sul Corriere:

«Renzi ha percepito un milione e 100 mila euro. Soldi che gli sono stati bonificati da alcune società arabe attraverso diversi accrediti. A rivelarlo è una segnalazione di operazione sospetta trasmessa dall'Unità antiriciclaggio di Bankitalia alla Guardia di finanza. Per la prima volta si ha dunque conferma dei rapporti anche economici tra il leader di Italia viva e il principe ereditario saudita Mohamed Bin Salman che tante polemiche hanno già suscitato nelle scorse settimane. Oltre mezzo milione di euro è stato versato infatti per il suo impegno per la creazione di una città green in Arabia. Il documento è stato trasmesso alla Procura di Firenze che già indagava sul ruolo del senatore riguardo a soldi percepiti per conferenze tenute ad Abu Dhabi. I pubblici ministeri hanno ritenuto infondata l'ipotesi di false fatturazioni e hanno chiesto l'archiviazione dell'indagine nei confronti di Renzi, ora valuteranno se approfondire questa nuova segnalazione dell'Antiriciclaggio».

PUTIN A PECHINO, MACRON A MOSCA

Mentre il ministro della Difesa ucraino Oleksi Reznikov dice a Paolo Brera di Repubblica che a Kiev sono disposti a parlare con Vladimir Putin, si intensificano i contatti diplomatici e fra leader per scongiurare la guerra per l’Ucraina. Il fatto di rilievo è stata la visita di Putin a Pechino, in occasione dell’inaugurazione dei Giochi Olimpici invernali, come racconta Gianluca Modolo su Repubblica:

«L'amicizia tra i due Stati non ha limiti: non ci sono aree di cooperazione proibite». Sintesi perfetta delle oltre cinquemila parole della dichiarazione congiunta che ieri i presidenti cinese e russo hanno siglato qui a Pechino. E il sostegno dell'amico Xi, nel suo braccio di ferro con l'Occidente sulla questione ucraina, Putin se l'è portato a casa. I due si sono visti a pranzo, si sono parlati faccia a faccia (la prima volta da due anni) e poi come due buoni amici se ne sono andati allo stadio, con il loro nuovo "patto a cinque cerchi" in tasca. Sì perché Vladimir Putin era sicuramente la star tra gli invitati di Xi Jinping ieri in tribuna».

Domani il presidente francese Emmanuel Macron volerà a Mosca per parlare in carne e ossa con Vladimir Putin e cercare di frenare la deriva sul dossier ucraino. Potrebbe essere un passaggio decisivo per mettere in moto un tavolo diplomatico per fermare l’escalation militare.

FUOCO AMICO PER TRUMP

Intanto dagli Usa giunge una notizia chiave per il destino delle vicende presidenziali. Donald Trump è oggetto di “fuoco amico”, come si dice. Il suo vice alla Casa Bianca Mike Pence prende le distanze difendendo con decisione la sua decisione di certificare la vittoria di Joe Biden alle elezioni di novembre 2020. C’è di mezzo la verità sull’assalto del 6 gennaio e in prospettiva la discussione sul partito repubblicano americano, di cui Pence è un esponente di rilievo.

AFGHANISTAN, LE DONNE SONO VITTIME

Reportage dall’Afghanistan di Francesca Mannocchi sulla Stampa, che tematizza la condizione femminile dopo il ritiro precipitoso degli occidentali. Scrive fra l’altro:

«Oggi a difendere le libertà urbane, l'accesso all'istruzione e al mondo del lavoro, sono rimaste poche coraggiose donne, sempre più esposte a ritorsioni e minacce. Lo scorso 19 gennaio Tamara Paryani e Parwana Ibrahimkhel - attive nelle proteste di questi mesi - sono scomparse, portate via di notte dalla loro abitazione da un gruppo di uomini. I leader taleban hanno dapprima negato di averle arrestate, poi, proprio durante i recenti colloqui di Oslo tra le autorità talebane e i governi occidentali, il portavoce del gruppo Zabihullah Mujahid ha ribadito che i taleban «hanno il diritto di arrestare e detenere i dissidenti», gettando una luce cupa sul destino delle giovani. Anche per manifestare contro le detenzioni arbitrarie di questi mesi, così come nel 2009 manifestarono contro la legge che ammetteva gli stupri domestici, le donne sono di nuovo scese in piazza, additate, oggi come allora, come «prostitute e spie degli invasori occidentali». Il dibattito sui diritti delle donne è stato, e rimane, influenzato dalle percezioni polarizzate sulle donne, da quelle talebane, naturalmente, ma anche da quelle di un occidente che non ha saputo in vent' anni leggere le sfumature delle molte anime afghane, e che non ha saputo collocare il tema dell'emancipazione femminile in un contesto storico animato da tensioni complesse, irrisolte, irriducibili».

SANREMO È SANREMO

Si è concluso il 72esimo festival della canzone italiana a Sanremo: la gara canora è stata vinta dalla coppia inedita di cantanti Mahmood e Blanco con la canzone "Brividi". È stata l’edizione dei record di ascolto ma anche della rinascita dopo il Covid, con platea e galleria dell’Ariston piene di pubblico.

BAKHITA E LA GIORNATA DELLA VITA

Nell’Angelus di oggi il Papa ha ricordato la piaga mondiale della tratta delle ragazze, ha ringraziato le religiose di “Talitha Kum”, citando suor Bakhita, la santa africana nata in Darfur nel 1869, schiavizzata dagli ottomani, riscattata da un console italiano e poi diventata madre canossiana in Veneto. Scrive oggi Avvenire a proposito:

«Il 2022 segna i 75 anni dalla morte avvenuta a Schio l'8 febbraio del 1947. A causa del Covid le celebrazioni canossiane saranno, almeno per ora, ridotte al minimo. Le madri di Schio, che curano il santuario dove si conservano le sue spoglie, per questa ricorrenza hanno scelto un profilo spirituale e mistico, secondo la cifra della santa, intitolandolo 'Bakhita maestra di ascolto'. Oltre alla novena, un triduo di adorazione: In ascolto dei prigionieri; In ascolto della speranza; in ascolto della famiglia. Le meditazioni mettono in relazione testimonianze tratte dalla Positio con brani biblici. Così, attingendo dalla novena di domenica 6 febbraio si leggono queste poche righe di una testimone riferite a Bakhita nel convento di Schio: «Quando veniva chiamata in parlatorio si presentava col suo bel sorriso, si lasciava guardare e rideva della meraviglia che destava in alcuni e tutti ascoltava con deferenza». Umiltà e ascolto».

Oggi è anche la Giornata della vita. «Custodire ogni vita» è il titolo dell’iniziativa, la 44esima: in tutte le comunità celebrazioni e iniziative per celebrare la ricorrenza voluta dalla Chiesa italiana. Una sfida per tutta la società: proteggere ciò che abbiamo di più prezioso, a cominciare proprio dalla vita più fragile e indifesa, è il senso del messaggio dei vescovi italiani diffuso per la 'Giornata' di oggi.

Ecco allora il link per leggere gli articoli di sabato 5 febbraio:

I pdf degli articoli di sabato 5 febbraio

E quello per leggere gli articoli di oggi domenica 6 febbraio:

I pdf degli articoli di domenica 6 febbraio

Ci vediamo domani mattina sempre verso le 8. Vi anticipo che da martedì sarà disponibile la quarta del nuovo podcast realizzato in collaborazione con la Fondazione De Gasperi e il Corriere della Sera Le Figlie della Repubblica. Qui il link della terza puntata, bellissima, con Flavia Piccoli:

Flavia Piccoli racconta il padre Flaminio

MENO 5 AL NUOVO INIZIO

Grazie a tutti quelli che mi hanno scritto dopo l’ultima Versione del Venerdì. Si avvicina il giorno, l’11 febbraio 2022, in cui questa newsletter diventa a pagamento. Vi riassumo ciò che ho scritto. Da VENERDÌ PROSSIMO (NON PRIMA!!!) ci si potrà iscrivere a pagamento, pagando direttamente sul sito con Paypal o con una carta di credito. L’abbonamento sarà di 5 euro al mese e, con lo sconto se ci si vuole impegnare subito, di 50 all’anno. 

Ma attenzione, preparatevi. Ci sarà una OFFERTA SPECIALE PRIMI ABBONATI, METÀ PREZZO per voi che mi avete seguito da tanto tempo. Si potrà aderire all’offerta speciale del 50 per cento: così l’abbonamento costerà  SOLO 2,50 AL MESE E  SOLO 25 EURO ALL’ANNO. Ovviamente questa offerta HA UNA DURATA MOLTO LIMITATA NEL TEMPO. Dunque cominciate a passare parola e spargere la voce, per essere pronti ad abbonarvi da venerdì 11 febbraio.

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