Un regalo dal Salone
Per chi segue la Versione. All'Onu 143 Paesi votano per la Palestina. L'ambasciatore israeliano fa a pezzi la Carta. Toti non risponde al Gip. Indetto il Giubileo, iniziato l'iter per Giussani beato
Edizione straordinaria del sabato della Versione. Dico subito che contiene un regalo speciale, legato al Salone del Libro di Torino. Ieri ho avuto la fortuna e l’onore di moderare un dialogo fra padre Antonio Spadaro e il cantautore scrittore Giovanni Lindo Ferretti, organizzato nell’ambito della manifestazione, su un tema fantastico: La Strada di Cormac McCarthy. L’idea è stata della direttrice Annalena Benini: discutere dei personaggi immaginari della letteratura che parlano al nostro cuore e alla nostra intelligenza, presenti nei grandi classici della letteratura con lettori autorevoli. Sennonché Lindo Ferretti non ha potuto essere di persona a Torino. Ed ha partecipato al dibattito attraverso alcuni interventi video che sono andato a registrare a casa sua nei giorni scorsi. Per i lettori della Versione ecco il regalo: un frammento video del nostro dialogo. Riguarda il tema della religiosità dello scrittore americano, considerato dal cantautore emiliano, fondatore dei CCCP- Fedeli alla linea, il suo “scrittore preferito”. Ho chiesto a Ferretti quanto ha pesato per lui la fede di McCarthy. Ecco la risposta.
Veniamo alle vicende di attualità di queste ore. Alle Nazioni Unite 143 Paesi del mondo hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza di riconoscere la Palestina come Stato membro. È un fatto clamoroso. Solo nove Paesi, fra cui gli Stati Uniti, hanno votato No. Mentre 25 altri Paesi, fra cui l’Italia, si sono astenuti. Per reagire al voto massiccio, l’ambasciatore israeliano ha platealmente distrutto di fronte all’Aula di New York (vedi Foto del Giorno) la Carta dell’Onu, sostenendo che era questo il risultato di una tale votazione. Ma ovviamente il gesto è stato volutamente aggressivo.
Da Gaza le notizie sono sconfortanti. La Striscia è ormai sigillata con la chiusura dei valichi e le notizie che trapelano sulle condizioni alimentari e sanitarie indicano una situazione al collasso. Repubblica propone oggi la testimonianza di un’infermiera italiana di Medici senza frontiere, che racconta di una popolazione allo stremo che scappa senza una vera meta. I colloqui in Egitto sono finiti giovedì e da domani ogni giorno è buono per l’invasione di terra di Rafah.
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