La Versione di Banfi

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Una gioia perfetta

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Una gioia perfetta

Funerali, commossi e sobri, per il Papa emerito, ricordando stanchezza e sofferenza del pastore. Ancora polemiche di padre Georg. Putin decide una tregua per il Natale ortodosso ma Kiev non si fida

Alessandro Banfi
Jan 6
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Edizione speciale anche stamattina della Versione di Banfi, per dare spazio alle cronache e ai commenti su Joseph Ratzinger. Gli articoli in pdf sono divisi in due grandi capitoli: quelli che riguardano i funerali del Papa emerito e quelli che invece si occupano degli altri fatti di attualità. Gli articoli in formato elettronico si possono scaricare e quindi salvare sul proprio pc o smartphone solo per 24 ore dalla pubblicazione. Ci vediamo domenica col meglio degli articoli del fine settimana.

Funerali solenni ieri mattina in una piazza San Pietro, fredda e umida, col Cupolone avvolto nella nebbia, fenomeno non consueto a Roma: papa Francesco ha guidato l’estremo saluto al suo predecessore insieme a 50 mila fedeli, ma se ne attendevano di più. Molte invece le autorità presenti dall’Italia e dall’Europa, regnanti compresi. Papa Francesco ha seguito la strada di un ricordo commosso ma dimesso, soffermandosi sulla stanchezza e la sofferenza del pastore. Solo nella frase finale si è rivolto di persona a Benedetto (“Fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta”). Andrea Riccardi sul Corriere, qui, ha commentato il gesto come “la fine di un uomo e di un mondo”. I fan di Ratzinger (in piazza lo striscione con la scritta “Santo Subito”) non hanno nascosto la loro delusione, avrebbero voluto maggiori riconoscimenti al Papa emerito. Padre Georg Ganswein anche ieri è sembrato rincarare la dose delle critiche, facendone anche una questione personale con Bergoglio (“Mi ha dimezzato come Prefetto”). Matteo Zuppi dice al Messaggero: «La Chiesa è sempre stata animata al suo interno da sensibilità diverse. (…) Nelle famiglie si discute spesso e le discussioni non solo sono fisiologiche, ma sono un indicatore di salute. La storia del cristianesimo è costellata da figli che si affrontano, a volte aspramente. Il problema è cercare sempre di arrivare all'unità, alla comunione. Se non vi fosse questa dinamica sana, vi sarebbe la stagnazione del pensiero unico e non sarebbe cosa buona». Stefania Falasca nell’editoriale di Avvenire sottolinea l’origine di questa unità, ricordando un principio tanto caro a Ratzinger: «La Chiesa è di Cristo. E vive nel mondo come riflesso della Sua luce e cresce nel mondo in forza della Sua Grazia».

Bellissima la testimonianza di Peter Seewald, il giornalista tedesco di Spiegel che ha intervistato  a più riprese Benedetto XVI e che è il suo vero biografo. Dice oggi al Corriere sul dilemma se fosse conservatore o innovatore: «Non ci sono due Ratzinger, ce n'è uno solo: un teologo che pratica la teologia non contro ma con la Chiesa». E sulla pedofilia aggiunge: «È stato il primo Pontefice a scusarsi, ricordiamo il monito durante la via Crucis del 2005 su quanto sporco c'è nella Chiesa, anche tra chi vi appartiene. Ha sospeso 400 preti dal servizio. Quanto alla perizia che lo accusa, è una perizia privata, non c'è alcuna prova che Ratzinger da vescovo di Monaco sia stato coinvolto nel singolo caso che gli viene contestato. La verità, come ha scritto il mio collega italiano Gianluigi Nuzzi, è che Benedetto “ha tolto il mantello del silenzio e costretto la sua Chiesa a guardare in faccia le vittime”. Lui le ha incontrate in ogni suo viaggio, è una cosa che gli stava molto a cuore. È stato il più grande dolore della sua vita».

Molti i commenti interessanti anche stamani sul pensiero e l’opera del Papa emerito. Dopo gli interventi di Paolo Flores d’Arcais, di Piergiorgio Odifreddi, del rabbino Riccardo Di Segni, oggi Massimo Cacciari viene intervistato da Avvenire e si mette sulla stessa linea di stima e considerazione del teologo e del pensatore europeo, che fu Benedetto. Per una circostanza, che appare casuale, ci sono poi ben tre articoli che riguardano la prima enciclica di Ratzinger sull’amore: Deus Caritas est. Inaspettato e di grande interesse quello di Luciana Castellina sul Foglio, che racconta la sua ammirazione per quello scritto. Scritto esaltato anche da Liliana Cavani, intervistata dal Messaggero, che dice: “Trovai il testo bellissimo perché profondamente francescano: Ratzinger aveva tradotto il messaggio universale, semplice ma sempre nuovo del Santo di Assisi nel linguaggio dotto della teologia”. Sergio Belardinelli sul Foglio si occupa, in una pagina intera, della stessa Enciclica.

La tomba di Benedetto XVI, nelle Grotte vaticane, sarà visitabile da domenica mattina. Da leggere e da rileggere il “Rogito per il pio transito”, il testo, che traccia la vita di Joseph Ratzinger, racchiuso in un cilindro posto nella sua bara. Lo trovate, nei pdf, da Avvenire.  

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