Von der Leyen a piccoli passi
E per ora senza Meloni. Incassa intanto l'appoggio di Tajani. Scholz e Macron non vogliono l'aiuto delle destre. Veleni di Politico. Spiragli per l'Ucraina. A Roma sinistra in piazza. Doppio naufragio
Non c’è ancora l’accordo finale su Ursula von der Leyen, che resta però l’unica vera candidata alla successione di sé stessa. Ieri sera la cena informale dei leader dell’Unione Europea ha dipinto questo scenario: la maggioranza che si prepara a sostenere la Commissaria per il secondo mandato è formata dai popolari e quindi da socialisti e liberali. Si allargherà anche ai Verdi o alle destre? Per ora Olaf Scholz ed Emmanuel Macron sono contrari ad aprire a destra, impegnati come sono entrambi a costruire una “conventio ad excludendum” nei confronti delle formazioni di questo tipo nei loro Paesi. Da tempo si sa che i Popolari e la stessa Von der Leyen la pensano diversamente e che anzi Ursula, in particolare con la nostra Giorgia Meloni, ha costruito un solido dialogo, aprendo il “forno” dei Conservatori (per usare la vecchia immagine andreottiana). Pragmatismo vuole che si aspetti: le decisioni dei Verdi e soprattutto le elezioni francesi dove è in corso uno psicodramma anti-Le Pen, che divide anche i gollisti, con i quali, si è saputo ieri, Macron farà accordi di desistenza in 65 collegi. C’è tempo fino a luglio, quando si riunirà l’Assemblea di Strasburgo.
Intanto è corso del veleno sul sito Politico.Eu, proprio per colpire il possibile asse fra Ursula e Giorgia. L’accusa verso la Commissaria è di aver ritardato apposta un rapporto sulla stampa italiana che accusa il governo di essere “repressivo” nei confronti dei giornalisti italiani. Meloni e Von der Leyen non hanno dato molto peso alla cosa. La prima è impegnata a raccogliere tutte le possibili adesioni al gruppo ECR (con un dubbio sui seguaci di Orban, molto divisivi). La seconda intanto ha incassato il sostegno di Antonio Tajani, assicurandosi i voti dei parlamentari eletti da Forza Italia.
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