Xi telefona a Zelensky
Un'ora di colloquio sul piano di pace. Soluzione alla coreana? Ferito Zunino di Repubblica. A Roma conferenza per la ricostruzione. Le donne voteranno al Sinodo. Regole Ue sul debito
C’è finalmente stato il tanto auspicato colloquio telefonico tra il presidente cinese Xi Jinping e quello ucraino Volodymyr Zelensky. Ha scritto su Twitter il presidente ucraino: “Ho avuto una telefonata lunga e significativa con il presidente cinese Xi Jinping. Credo che questa chiamata, così come la nomina dell'ambasciatore dell'Ucraina in Cina, darà un potente impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”. Ha detto Xi: “Il dialogo e la negoziazione sono l'unica via d'uscita praticabile. Non ci sono vincitori in una guerra nucleare”. Del contatto telefonico diretto fra Cina ed Ucraina si è cominciato a parlare subito la presentazione del piano di pace da parte di Pechino. Sia Emmanuele Macron che Ursula von der Leyen, in visita da Xi, l’avevano caldeggiato. E ora Von der Leyen dice che è un “passo importante”. La Cina propone una soluzione alla “coreana”, che prenda le mosse da un cessate-il-fuoco. Ma del colloquio fra i due Presidenti, durato un'ora, sono trapelati pochi dettagli. Per Kiev il rispetto reciproco per la sovranità e l'integrità territoriale sono condizioni indispensabili per trattare. Ma, come osserva Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore, stamattina “solo gli americani possono convincere l’Ucraina a fare delle rinunce; e solo i cinesi possono parlare allo stesso modo con i russi. Il problema è quanto Joe Biden e Xi Jinping oggi credano che per loro possa esistere una causa comune”. Forse la minaccia di una maxi recessione dell’economia mondiale e i destini interdipendenti di queste due super potenze possono spingere alla pace.
Dal terreno bellico la notizia spaventosa è il ferimento, nei pressi di Kherson, dell’inviato di Repubblica Corrado Zunino. Il suo racconto pubblicato oggi (e che trovate anche qui nella Versione) è un esempio di sobrietà e asciuttezza, reso drammatico dalla morte del suo collaboratore ucraino Bogdan. I cecchini russi li hanno messi nel mirino mentre attraversavano il ponte Antonovsky, sul fiume Dnepr, non curanti delle grandi scritte PRESS. Zunino si è salvato perché un colpo è stato fermato dal giubbotto anti-proiettile e un altro lo ha colpito solo di striscio ad una spalla.
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