Zelensky e il Sud del mondo
"Un successo" per il presidente ucraino il Summit per la pace. Ma 12 Paesi non firmano il testo finale. Italia e Meloni leali con Kiev. Stasera cena informale sul futuro Ue. Inizia la maturità
Per Volodymyr Zelensky la Conferenza di pace convocata in Svizzera è un successo. Vi hanno partecipato 92 Paesi e 78 di essi hanno votato un documento che ribadisce il principio dell’integrità del territorio dell’Ucraina. Ma India, Sudafrica e altri dieci Paesi, del cosiddetto Global South, il Sud del mondo, non hanno aderito, mentre Brasile e Santa Sede sono rimasti “osservatori”. Arabia Saudita ed Emirati, come riferisce il Corriere, pur non firmando, hanno svolto un ruolo molto attivo e si sono di fatto offerti come mediatori se ci sarà un prossimo passaggio di questo tipo. I tre contenuti su cui ha puntato il presidente ucraino sono “la liberazione dei prigionieri e la restituzione dei bambini ucraini deportati in Russia, la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia e la salvaguardia delle forniture alimentari”. Per un autorevole commentatore ucraino, lo storico Yaroslav Hrytsak, non è però questo il momento del negoziato. Ma è semmai quello di una nuova controffensiva militare ucraina contro la Russia, visto l’ingente sostegno bellico occidentale. La contro proposta di pace di Mosca, lasciare 4 regioni sotto il controllo russo, è ritenuta dagli ucraini “irricevibile”. La guerra continua.
A proposito, i giornali governativi tornano a stressare da oggi la lealtà di Giorgia Meloni e del governo italiano nel sostenere l’Ucraina e Zelensky. Sostegno che in campagna elettorale era stato messo molto tra parentesi, in favore dei dubbi e delle perplessità dei vari Guido Crosetto e Matteo Salvini, per non parlare di Antonio Tajani, che ha persino ricordato l’articolo 11 della Costituzione. Le elezioni sono passate da una settimana e sembra già un secolo.
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